500 anni per "digerire" un caffè: la sfida delle capsule sostenibili
Il caffè è uno dei piaceri più diffusi e apprezzati nel mondo, l’economia di molti i paesi dipende interamente dalle esportazioni di questo "oro verde" che impiega 25 milioni di persone e nel commercio mondiale ha un volume d’affari come il petrolio e l’acciaio.
Durante la giornata, senza pensarci troppo, più volte accendiamo la macchinetta del caffè espresso, inseriamo una cialda ed in modo pratico e veloce ne gustiamo una tazzina ancora fumante.
In casa o negli uffici pubblici la moka ha lasciato il posto a 10 miliardi di capsule in plastica o in allumino vendute ogni anno nel mondo, che generano 120 mila tonnellate di rifiuti, di cui 70 mila nella sola Europa e 12 mila in Italia, che possono richiedere fino a 500 anni per essere smaltiti.
Sul mercato esistono moltissime varianti con prezzi che vanno da 17 a 44 centesimi a capsula in base alla qualità del caffè, alla notorietà del marchio, alla pubblicità e non è facile scegliere le migliori o le più convenienti.
Sicuramente l’origine del caffè, il tipo di miscela utilizzata (arabica o robusta), l’intensità, la data ed il paese di produzione, le modalità ed i tempi di conservazione ci condizionano nella scelta ma anche l’impatto ambientale della capsula e del suo packaging sono elementi da prendere in considerazione.
Alcuni produttori più sensibili ai temi ambientali hanno scelto di utilizzare materiale compostabile e le loro capsule possono essere gettate nell’umido dopo l’utilizzo.
Si chiama WayCap ed è una capsula riciclabile, 100% ecologica e compatibile con le macchine Nespresso, un prodotto di ultima generazione che cerca di risolvere il problema dello smaltimento delle capsule infatti si getta nell’umido e ci garantisce anche un risparmio dell’85% circa sul costo delle cialde per espresso tradizionali.
Anche le capsule del Caffè Borbone e di Madreterra Caffè sono al 100% biodegradabili perché prodotte con ingredienti vegetali che permettono all’acquirente di preparare il caffè e di buttare la capsula nell’umido per essere riutilizzata nei centri di compostaggio dove si realizza il fertilizzante naturale per uso agricolo o floristico.
Le cialdine in carta-filtro sono facilmente compostabili, sono fatte di cellulosa come le bustine di tè, sono più economiche delle capsule perché sono fatte con materiali semplici e, contenendo più caffè, ci permettono di gustarlo corposo e cremoso come al bar.
Insomma, con le capsule biodegradabili si può bere un buon caffè che farà sempre bene all’umore, al palato, all’ambiente ed al nostro amato pianeta.
Note sull'autore
Ginevra Schiavon
Esperta di e-commerce e copywriter, Ginevra Schiavon è content manager per il blog di commercioVirtuoso.it.
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